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Questa è Italia | Mondo, la newsletter che viaggia per il mondo attraverso le voci di scrittori e scrittrici che lo hanno raccontato e dei personaggi che lo hanno abitato.
Prima di iniziare:
La Revue ha annunciato le inchieste a fumetti che potremo leggere nel numero 12 della rivista in uscita a primavera, tra cui la mia inchiesta sulla violenza di genere con i disegni di Claudia Petrazzi… stay tuned!
New York
“Se dovete leggere un solo autore nella vita che sia James Baldwin.”
(Roberto Saviano)

Una quindicina di anni fa sono stata alcuni giorni a New York insieme alla mia cugina-zia del cuore, abbiamo camminato per Manhattan in lungo e in largo senza, credo, prendere mai una metropolitana né un autobus. Solo l’ultimo giorno prima di rientrare, una domenica mattina, sono salita su un bus e me ne sono andata da sola ad Harlem a sentire i cori gospel. Non ricordo la strada fatta, so che avevo una mappa cartacea, sicuramente non avevo un cellulare, tantomeno una connessione, nessuna macchina fotografica, maps e instagram non esistevano ancora. Forse proprio per questo ricordo solo le sensazioni, la bellezza di camminare senza una vera meta, scegliere una chiesa a colpo d’occhio, non voler leggere nulla prima, le file separate di bianchi e di neri, la lunghezza delle messe, sedersi in mezzo a sconosciuti, battere le mani insieme, guardarsi.
Ad Harlem sono ambientate le controstorie di NY scritte da Colson Whitehead che attraverso il personaggio di Ray Carney, il suo negozio di mobili e i suoi traffici alternativi, ci fa conoscere il quartiere e i suoi improbabili affascinanti abitanti negli anni ’60 e ’70. Per farlo ha lavorato di ricerca e immaginazione, ha studiato le autobiografie di gangster e truffatori, ma soprattutto ha costruito personalità peculiari che ruotano attorno al mondo del crimine di quartiere, di un quartiere che diventa esso stesso personaggio dei romanzi. Whitehead insiste tanto sul fatto che la città è sempre la stessa, solo più sporca o più pulita attraverso i decenni. E così Harlem, dove oggi non c’è più il negozio di Ray, forse uno Starbucks, ma dove alla fine della strada restano gli stessi palazzi di lavoratori e immigrati europei.
Come la storia, anche la città cambia per non cambiare.
Tra Harlem e il Greenwich Village (e Parigi) è cresciuto James Baldwin.
Ad Harlem dedica Gridalo forte, racconto parzialmente autobiografico di una famiglia nera che vive nel quartiere, pieno di fame, ubriacature, paure e crudeltà. Ma uno dei miei romanzi preferiti di Baldwin – difficile scegliere tra la sua produzione meravigliosa – resta Se la strada potesse parlare: l’amore di Tish e Fonny tra le strade e attraverso gli anni, dentro e fuori il carcere dove lui è ingiustamente detenuto – riconosciuto colpevole dopo un confronto all’americana in cui era l’unico nero -, nelle case in cui lei aspetta il loro bambino. C’è una pagina all’inizio del romanzo in cui Tish giura che, se mai usciranno da quella brutta storia, non metterà mai più piede a New York, che non è più il posto in cui il padre la portava da piccola a guardare la gente e i palazzi, a prendere gelato e panini a Battery Park. Ma anche allora la visione della città da parte di una bambina passava attraverso gli occhi del padre che le voleva bene e non era merito della città stessa che non le voleva bene affatto, che guardava lei e sua sorella come se fossero delle zebre. Che ha i palazzi più brutti e la gente più cattiva e i peggiori poliziotti. Una città e la sua gente che ha accusato ingiustamente il suo uomo e che lo tiene lontano e lo condanna con facilità in un mondo bianco.
Dall’altro lato di Manhattan, nel Greenwich Village, ci sono i condomini di mattoni di MacDougal Street, in uno dei quali vanno a vivere Leonard Micheals e Sylvia Bloch il giorno dopo essersi conosciuti, cominciando senza un inizio. È in quell’appartamento che inizia l’amore che diventa ossessione, che è vita vera dell’autore e morte di quella che sarà sua moglie per poco tempo. Sul davanzale della finestra dell’appartamento c’è la sagoma di Sylvia seduta nuda contro le luci della città e il profilo del New Jersey, nella casa accanto si sente suonare una chitarra e qualcuno che piange, attraverso la finestra si vede il cielo notturno e si sente la gente camminare in basso “come in un carnevale demente, urlando, rompendo vetri, attaccando briga, assetata di cattiveria”. E dentro ci sono i due amanti, marito e moglie, le loro urla, i loro amici, le droghe e il the, il jazz e le macchine da scrivere, gli anni ’60, i sonniferi definitivi, il sesso, la pace e la guerra.
Un altro modo per percorrere Manhattan è leggere Volti nella folla di Valeria Luiselli, scrittrice messicana che, una volta sposata con due figli, scrive di notte un romanzo silenzioso per non svegliare i bambini, in cui ricorda la sua giovinezza a New York, gli uomini incontrati, le poesie, gli artisti, i bar e le biblioteche di anni prima, il passato e il presente. Grazie a La Nuova Frontiera, la casa editrice italiana che ha pubblicato tutti i suoi libri, si può leggere il romanzo seguendo ricordi e personaggi su Maphub, da Coney Island a Park Avenue a Morningside Park, dalle biblioteche Butler e della Columbia University alla casa del poeta Gilberto Owen.
Avrei voluto parlare anche di Peter Cameron - come testimoniato dalla mappa - ma sono stata indecisa fino alla fine su quale libro scegliere e non ho fatto più in tempo a rileggerne nessuno.
Dirò una sola cosa: leggetelo tutto!
Gli ospiti del mese
Colson Whitehead, edito da SUR e Mondadori
James Baldwin, edito da Fandango
Leonard Micheals, edito da Adelphi
Valeria Luiselli, edita da La nuova frontiera
Peter Cameron, edito da Adelphi
Nelle puntate precedenti abbiamo parlato e disegnato di Cile, Lisbona, Cuba, Brasile, Palestina e Israele, Istanbul, Messico, Tōkyō, Canada, Esilio/Desexilio, Parigi e Madri (e un padre).
Nella prossima puntata parleremo e disegneremo di Case stregate.
Se hai suggerimenti di luoghi, libri e autori in cui Italia | Mondo potrebbe fare tappa, o se vuoi illustrare la prossima mappa puoi scrivermi a fra.ceci@hotmail.it
Mi chiamo Francesca Ceci e sono autrice e sceneggiatrice di graphic novel e libri illustrati - Badù e il nemico del sole, Possiamo essere tutto, 51 cose da fare per essere felici - e collaboratrice, oggi o in passato, di riviste letterarie tra cui Altri Animali, Flanerì, I libri degli altri e Singola.
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Che bellezza! Fantastiche ragazze 🥰
Che bella puntata! Sogno da sempre di andare a New York, chissà, un giorno... 😍 Consiglio anche "New York è una finestra senza tende" di Paolo Cognetti