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Questa è Italia | Mondo, la newsletter che viaggia per il mondo attraverso le voci di scrittori e scrittrici che lo hanno raccontato e dei personaggi che lo hanno abitato.
La quarta puntata è per il Brasile, lingua e musica, colori e pianto.
Brasile
“La sirena della nave, come un lamento, squarciava il crepuscolo che copriva la città. Il capitano João Magalhães s'appoggiò alla murata e guardò l’agglomerato di antica costruzione, i campanili delle chiese. I tetti neri, le vie lastricate di enormi pietre. Il suo sguardo abbracciava una gran varietà di tetti, ma della via non scorgeva che un tratto breve dove non passava nessuno. Senza saperne ragione, quelle pietre, che mani schiave avevano usato per lastricare la via, gli parvero d'una bellezza commovente. E trovò belli anche i tetti scuri e le campane delle chiese che cominciavano a suonare per chiamare alla benedizione la città credente. Di nuovo la sirena fischiò lacerando il crepuscolo che ricopriva la città di Bahia. João tese le braccia in un gesto d'addio. Era come se prendesse commiato da una innamorata, da una donna cara al suo cuore.”
Jorge Amado, Terre del finimondo
La prima destinazione che mi viene in mente se penso a un viaggio in Brasile è Salvador de Bahia – non ci devo neanche pensare, è la sua immagine che spunta inevitabile.
Capitale del Brasile tra il 1500 e il 1700, città di Todos os Santos, centro storico patrimonio Unesco ma soprattutto, più di tutto, città dei personaggi di Jorge Amado.
Non vorrei visitarla oggi, non vorrei partire domani, vorrei esserci stata ieri, insieme a loro.
Basterebbe un solo romanzo, un solo quartiere: arrivare seguendo la luce del faro del Forte de Santo Antonio da Barra, prendere l’elevador Lacerda, salire fino al Pelourinho e rimanere lì.
Dalle case azzurre, gialle e rosa uscirebbero lo Zingaro e Dona Gisa, il mulatto Mirandão e Rozilda, Dona Flor e Dona Norma camminerebbero portando torta di puba e acarajé fritte nell’olio di dendê, Bastião Cachaça dormirebbe ubriaco a bordo strada, sor Sampaio resterebbe al fresco dentro casa, il dottor Teodoro affacciato alla sua farmacia, il fantasma di Vadinho ballerebbe ovunque e senza fine, bevendo acquavite senza stancarsi mai.
Tutti loro sono rimasti là e uno dei luoghi dove incontrarli oggi è la Fundação Casa de Jorge Amado, ideata e istituita non solo per la memoria delle sue opere ma anche per incentivare tutta la letteratura di Bahia, garantendo un dibattito permanente sulla realtà brasiliana e in particolare sui temi della discriminazione razziale e socioeconomica. Proprio lì, dietro il largo do Pelourinho, piazza della tortura, patibolo, luogo di flagellamento di schiavi appena sbarcati.
I Boa Mistura, quattro artisti di Madrid – architetti, graphic designer, illustratori – da vent’anni vanno in giro per il mondo a portare la propria visione di arte urbana e la diversità dei propri punti di vista realizzando progetti coloratissimi che cambiano il corpo delle città partendo da zone particolarmente degradate.
Lo hanno fatto anche in Brasile, nella periferia nord di San Paolo, nella favela di Vila Brasilândia, dopo un periodo di alcune settimane trascorso come ospiti di una famiglia per potersi avvicinare alla comunità e capirne la vita. Il risultato è condensato in cinque parole che sono diventate parte dei muri e dei vicoli della favela, realizzati con la tecnica dell’anamorfosi e con la collaborazione dei residenti e rappresentanti il riflesso dell’esperienza vissuta: Beleza, parola usata come saluto; Orgulho, di appartenenza al quartiere; Amor, contro ogni pregiudizio; Firmeza, forza quotidiana indispensabile e Docura, la dolcezza dei bambini che hanno partecipato al progetto, alle quali, qualche anno dopo, sono state aggiunte Magia e Poesia, a testimonianza della crescita urbana spontanea e delle relazioni tra vicini.
Quegli stessi vicini che Eliane Brum racconta nel breve reportage Un paese chiamato Brasilândia. Anche la Brum ha trascorso un periodo nella favela, ospite di Dona Eugênia, curandera e cartomante, nella sua casa dove si dorme paradossalmente con la porta aperta, appena accostata, nonostante la violenza, la disoccupazione, i cadaveri siano poco fuori dall’ingresso. Dove c’è Rafael, che a 12 anni si è fatto dare un passaggio da un camion per arrivare a vedere il mare, dove i matrimoni si organizzano per la strada, dove i cani innamorati muoiono per amore.
Alzando la testa dalle grandi città c’è un fiume che scorre in cielo più lungo del Rio delle Amazzoni. È il flusso dei Rios Voadores, fiumi volanti costituiti da tonnellate di acqua purificata rilasciata dalla evapotraspirazione degli alberi della foresta amazzonica, che spinto dal vento scorre intorno alla terra trasportando nuvole, piogge e ossigeno, fondamentale per mantenere l’attuale equilibrio atmosferico.
È un fiume non identificabile dalla terra, avvistato per la prima volta dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e oggi visibile dalla Amazon Tall Tower (ATTO), osservatorio di ricerca scientifica nella foresta amazzonica comprendente una torre di 325 metri che consente ai ricercatori di immergersi all’interno del flusso.
È una corrente che ne riporta alla mente un’altra, quella fatta di lingua, di vita e di scrittura, quella che si chiama Acqua viva e che ha creato Clarice Lispector, bambina ebrea ucraina che si trova a vivere in Brasile e a diventarne una delle scrittrici più misteriose e luminose allo stesso tempo. Flusso di coscienza e di pensiero di una notte d’estate, fatto di silenzi, di polvere, di passioni, di persone e animali cari, di desideri e di tentativi di felicità. Di qualcosa di invisibile e fondamentale, come il corso di queste parole, come il corso dei fiumi del cielo.
Gli ospiti del mese
Jorge Amado, edito da Garzanti e Einaudi
Eliane Brum, edita da Sellerio
The Passenger Brasile, edito da Iperborea
Clarice Lispector, edita da Adelphi e Feltrinelli
L’ospite inatteso
L’ospite di oggi è Marta Silvetti, caporedattrice de La Nuova Frontiera, casa editrice indipendente romana nata più di 20 anni, che pubblica testi (narrativa contemporanea, classici contemporanei, giornalismo, reportage e saggistica di attualità) di autori di lingua spagnola, portoghese e catalana dall’America latina all’Africa lusofona. Ne fa parte anche La Nuova Frontiera Junior con libri di narrativa, filosofia, classici e albi illustrati. Marta è traduttrice dal portoghese, tra gli altri, di Luiz Ruffato, Djaimilia Pereira de Almeida, José Saramago.
"Per gli amanti della letteratura brasiliana, consiglio lo straordinario e variegato ecosistema narrativo di Lygia Fagundes Telles: Antes do baile verde. Dovranno leggerlo in lingua originale, ma è un viaggio che vale la pena fare. Alternativa: qualsiasi cosa abbia scritto Machado de Assis, un romanziere dell'Ottocento che sembra però nostro contemporaneo per l'ironia caustica e la critica sociale, e per il bellissimo modo in cui fa dialogare i suoi personaggi con il paesaggio urbano."
Nelle puntate precedenti abbiamo parlato e disegnato di Cile, Lisbona e Cuba.
Nella prossima puntata parleremo e disegneremo di Israele e Palestina.
Se hai suggerimenti di luoghi, libri e autori in cui Italia | Mondo potrebbe fare tappa, o se vuoi illustrare la prossima mappa puoi scrivermi a fra.ceci@hotmail.it
Mi chiamo Francesca Ceci e sono autrice e sceneggiatrice di graphic novel e libri illustrati - Badù e il nemico del sole, Possiamo essere tutto, 51 cose da fare per essere felici - e collaboratrice, oggi o in passato, di riviste letterarie tra cui Altri Animali, Flanerì, I libri degli altri e Singola.
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Davvero interessante ed emozionante questo viaggio in Brasile! Non ho ancora avuto modo di leggere nulla di Amado e Dona Flor mi ispira molto!
Ho cercato online qualche fotografia dei Rios voadores: affascinanti! Consiglio a tutti di vedere quelle di Sebastião Salgado e sfido chiunque a non rimanerne incantato!