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Questa è Italia | Mondo, la newsletter che viaggia per il mondo attraverso le voci di scrittori e scrittrici che lo hanno raccontato e dei personaggi che lo hanno abitato. Ogni puntata è dedicata a un luogo e per ogni luogo troverai un testo scritto da me, Francesca Ceci, una mappa illustrata ogni volta da artist* divers* e un ospite inatteso con un consiglio letterario o un racconto o ricordo del luogo.
Le puntate della prima stagione sono 10 e arriveranno nella tua casella di posta il primo lunedì di ogni mese, giorno della luna. Partiamo!
Cile
“Allora io rimasi immobile, con un dito sulla pagina che stavo leggendo, e pensai: che pace. Mi alzai e mi affacciai alla finestra: che silenzio. Il cielo era azzurro, un azzurro profondo e limpido, spruzzato qua e là di nuvole, in lontananza vidi un elicottero. Senza chiudere la finestra mi inginocchiai e pregai, per il Cile, per tutti i cileni, per i morti e per i vivi”.
Roberto Bolaño, Notturno cileno
Milleseicento chilometri a nord di Santiago del Cile, a un giorno di volo, pullman, autobus e fuoristrada di distanza, a ovest dell’Argentina e poco prima della Bolivia, c’è un paese che sorge a oltre duemila metri sul livello del mare, dalle case di adobe - mattoni di terra cruda antichi ed ecologici - dalle strade sterrate e dalle giornate infinite. È San Pedro de Atacama, porta del deserto, cittadina che non sa dormire, punto di partenza o di arrivo. Si dice che nel desierto piova solo una volta all’anno, alla fine di marzo, e che quando succede la sabbia si trasformi in una distesa di fiori rossi che durano un solo giorno. Luis Sepúlveda ci andò con il suo amico Fredy Taberna, che viaggiava sempre con un taccuino su cui scriveva le meraviglie del mondo che per lui erano molte più di sette. La notte del 31 marzo dormirono sulla sabbia e sotto le stelle e la mattina dopo si svegliarono in mezzo alle rose di Atacama, le videro per un giorno e poi scomparvero per l’aridità della terra, meraviglia solo per poche ore.
Oltre mille chilometri più a sud del deserto, nella Valle del Elqui, il cielo è più prezioso che altrove, le sue stelle splendono più brillanti, la sua oscurità è inviolabile. È qui che sorge l’International Dark Sky Sanctuary, fetta di cielo protetta dall’inquinamento luminoso intitolato a Gabriela Mistral, insegnante e poetessa femminista che in quella stessa valle, a Vicuña, era nata e da cui era partita per girare l’Europa, gli Stati Uniti, il resto dell’America Latina. Senza mai dimenticare quel cielo, omaggiandolo prima che lui omaggiasse lei, insieme al vento, agli alberi, ai fiumi, a quella terra mai davvero abbandonata.
Restiamo così e a lungo,
incrociando sguardo e gesto
in un riannodare allegro
il cordone dei ricordi,
con gli anni e senza gli anni,
con il nome e senza il nome,
casta della cordigliera,
nodo serrato che brucia,
che alle volte ti dai al canto,
e certe altre stai in silenzio.
Rientrando nella capitale, le strade rimbombano della voce di Pedro Lemebel, delle sue cronache di scomparse e dittature, dei suoi personaggi esasperati, delle storie di chi sapeva e di chi taceva. Lemebel è stato uno scrittore, un artista visuale, un autore di cronache radiofoniche acute e taglienti, in cui condannava con coraggio le repressioni mai dimenticate e la corruzione ancora presente. E neanche Santiago si è mai scordata di lui, restando la città in bilico dei suoi racconti, quella che si divide tra militari e prostitute, tra tolleranza e periferie. La stessa città che gli dedica una biblioteca pubblica al quartiere Recoleta mentre a pochi passi dal palazzo della Moneda distrugge il mosaico-murale del Colectivo Musa dedicato alla sua memoria, per zittire ancora una volta una voce, per chiuderne gli occhi.
Gli ospiti del mese
Luis Sepúlveda, edito da Guanda
Gabriela Mistral, edita da Marcos y Marcos, Bompiani e Edicola ediciones
Pedro Lemebel, edito da Marcos y Marcos e Edicola ediciones
L’ospite inatteso
L’ospite di oggi è Cynthia Rimsky, autrice cilena di romanzi e cronache. Ha ricevuto il Premio Municipal e il Premio del Consejo Nacional de la Cultura. Vive a Buenos Aires dove insegna a la Universidad Nacional de las Artes. Edicola Edizioni – casa editrice garibaldina che vive tra Italia e Cile - ha pubblicato Yomurí (2023), Autostop per la rivoluzione (2022) e Il futuro è un posto strano (2021) con la traduzione di Silvia Falorni.
Cynthia ha condiviso con noi un estratto del libro FUI (lom ediciones, Chile), inedito in Italia:
Gola di Quilimarí
La prima immagine che mi colpisce aprendo gli occhi in questa casa è una collina brulla con un albero sulla punta. Più avanti l’altura si trasformerà nella mia vicina; vederla ricoperta di nebbia di mattina mi toglierà ogni desiderio di lasciare il materasso di lana sfondato. Prima di mezzogiorno il sole mostra gli arbusti, il prato secco, l’albero con i rami ritorti dal vento, i voli capricciosi degli uccelli. Arriveranno fino alla mia stanza il chiocciare delle galline che chiedono cibo, il primo tuffo nella sorgente, l’autobus delle dieci. Impossibile restare nel letto.
Alle due del pomeriggio il riflesso del sole sulla collina brucia gli occhi. Le finestre sono aperte e la brezza spinge in fuori le tende. L’unico che rinuncia alla siesta è il gelataio. Mi domando quanti soldi gli restano dopo aver venduto i gelati che trasporta nella cassa legata al portapacchi. Esce due volte al giorno. Al suono della trombetta, i bambini corrono come sciame a incollarsi alla sua moto. Quelli che non riescono a prendere una moneta da casa, lo seguono con lo sguardo fino a quando diventa un punto.
Alla fine della siesta tornano le capre dal pascolo, il furgoncino che esce a vendere la verdura e il camion del gas. L’autobus della sera lascia il fiume nel quale ogni giorno lo bagnano gli autisti. La vedova mi racconta che, dato che era la maggiore, i genitori la mandavano ad accudire le capre al colle. Ci passava delle settimane lassù, con un sacco di farina e carne secca. Era arrivata a conoscere meglio i suoni delle colline che quelli delle parole. Le prime notti moriva di paura. Nomina le cose come farebbe un poeta. Quando dice vento, è la musica che la accompagnava nelle sere di solitudine; quando dice casa, si riferisce alle pietre sotto le quali si scaldava corpo a corpo con le capre; quando dice formaggio, parla dell’odore del caglio, del sapore del sale, della pioggia, del fumo, dell’alba. Dalla collina l’aveva fatta scendere quello che sarebbe diventato suo marito. La vedova ricorda le capre che le hanno permesso di prendere il terreno, costruirsi una casa, comprare un televisore, la cucina a gas. Sono passati sessantacinque anni e, nonostante i suoi figli siano andati a scuola e non sia mancato loro un paio di scarpe, dice di non essere mai stata tanto felice come sulle colline.
Arriva l’ora in cui l’airone si posa sul ramo più alto del pioppo, l’ora in cui le ragazze si muovono verso la bottega per vedere se è arrivata qualche novità in grado di rendere questo giorno diverso dagli altri. Al contrario, di fronte allo spettacolo della collina dorata, spero che tutti i giorni continuino a essere uguali.
Nella prossima puntata parleremo e disegneremo di Lisbona.
Se hai suggerimenti di luoghi, libri e autori in cui Italia | Mondo potrebbe fare tappa, o se vuoi illustrare la prossima mappa puoi scrivermi a fra.ceci@hotmail.it
Mi chiamo Francesca Ceci e sono autrice e sceneggiatrice di graphic novel e libri illustrati - Badù e il nemico del sole, Possiamo essere tutto, 51 cose da fare per essere felici - e collaboratrice, oggi o in passato, di riviste letterarie tra cui Altri Animali, Flanerì, I libri degli altri e Singola.
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Bravissima Francesca! Che emozione leggerti, adesso sì che è tutto vero, evvivaaaaa
Me lo sono gustato il viaggio, a iniziare dalla grafica (bellissima). Mi è piaciuta la misura del tutto e le spigolature con le quali sveli l’anima di un Paese. Grande!