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Questa è Italia | Mondo, la newsletter che viaggia per il mondo attraverso le voci di scrittori e scrittrici che lo hanno raccontato e dei personaggi che lo hanno abitato.
Prima di iniziare:
Negli ultimi mesi, anzi negli ultimi anni, ho letto un sacco di libri che parlano di genitorialità e in particolare di maternità. Ne ho raccolti alcuni, molto diversi e molto belli, e li condivido qui. Ovviamente sono solo una piccola parte perché in realtà quasi ogni libro, mi sono accorta, parla in qualche modo di maternità.
Madri (e un padre)
“Io stesso, mentre scrivo, avverto la tentazione del silenzio. Eppure so che perfino se mi rinchiudessi ad abbozzare un romanzo sui campi magnetici o se improvvisassi un saggio sulla parola “parola”, finirei per parlare di mio figlio.”
(Alejandro Zambra, Messaggio per mio figlio)

Rachel Cusk, una delle mie autrici preferite degli ultimi anni, ha scritto un libro sul diventare madre e lo ha chiamato Il lavoro di una vita. Riflette e racconta su cosa succede a una donna quando diventa madre basandosi sulla propria esperienza, dalla scoperta della gravidanza al primo anno di vita della figlia, concentrandosi in particolare sull’aspetto della trasformazione che avviene nella donna e che investe il corpo e lo spirito, letteralmente i giorni e le notti, il non chiudere più gli occhi. È un libro che al momento della pubblicazione nel 2001 fu considerato – come racconta la stessa Cusk – offensivo: giornalisti, critici e lettori la accusarono di essere una madre anaffettiva e inadeguata, addirittura blasfema laddove si considera la maternità una religione. Questo perché Cusk ha raccontato la – sua – verità, non si è limitata a scrivere un manuale di consigli o una telecronaca emozionale dei mesi trascorsi in attesa della figlia e dei successivi, ha fatto di più, in quanto scrittrice ha indagato l’esperienza della separazione primaria tra se stessi e l’altro, mettendone in luce gli aspetti belli e i peggiori, anche quelli che non si vogliono ascoltare, perché “l’ambivalenza che contraddistingue le prime fasi della genitorialità mi sembrava la parente stretta della sostanziale ambivalenza degli scrittori verso la vita”.
Con Linea Nigra ho viaggiato insieme a Jazmina Barrera, dalla scoperta della sua gravidanza alla fase dell’allattamento, entrando in una casa che sta per aprirsi a una nuova vita, che accoglie e che accompagna, insieme a una donna che nel frattempo legge, ricorda, parla di altre donne, altre artiste che hanno vissuto e interpretato in qualche modo la maternità, ciascuna con le proprie carte. Da Virginia Woolf a Natalia Ginzburg a Sylvia Plath, da Frida Kahlo a Tina Modotti. Una delle scoperte è stata per me Tina Modotti che fotografa Luz Jiménez, indigena messicana di lingua nahuatl diventata nel tempo modella e amica di Frida e Diego Rivera, ritratta sempre con la figlia Conchita. Questa foto, secondo Barrera, è il ritratto dell’“essere nutrimento”.
Si apre con l’ombra sulla parete di un padre e un figlio che ha solo venti minuti di vita Messaggio per mio figlio, il “romanzo-memoir-manuale non ortodosso per genitori debuttanti” di Alejandro Zambra, poeta e scrittore cileno che vive oggi a Città del Messico con la compagna e il loro bambino. Ho letto quest’ultimo libro di Zambra qualche mese prima di leggere Linea nigra, senza collegare all’epoca il legame tra i due – tra i due libri, tra le due case, tra i due autori: lo stesso figlio.
Zambra racconta l’esperienza di essere padre per la prima volta e, allo stesso tempo, rivive l’esperienza di essere stato e di essere figlio di quello che attualmente è diventato un nonno, di come cambiano i ruoli e i punti di vista degli uomini, le percezioni, i rimpianti, le rivalutazioni e i ripensamenti.
Ci fa pensare a come l’infanzia sopravviva dentro ciascuno, che tracce è in grado di lasciare se nessuno ne scrive e di quanto sia invece enorme la sfida di raccontare il mondo che un bambino dimenticherà.
Il termine che ho sentito più volte accostato a Cose che non si raccontano di Antonella Lattanzi è coraggio. Ed è un termine che rende correttamente il sentimento che ci vuole per scrivere un libro del genere, una confessione di quanto di più difficile e inimmaginabile può vivere una donna, che diventa una narrazione fatta di suspence, di rabbia e di dolore, di inaccettabile. E che mostra come è possibile continuare a vivere in modo sdoppiato, a fare cose, a mostrarsi e a parlare senza che nessuno possa immaginare cosa c’è dentro quel corpo che vive, fa, parla.
“Nei momenti di dolore cerchi sempre un perché. Perché è successo tutto quello che è successo? ho chiesto. Perché non si gioca con la vita, mi ha risposto una voce ancestrale, una voce da pensiero magico. Hai rifiutato due vite. E allora sei stata punita. Altre tre vite te le hanno tolte, tutte insieme, perché non te le meritavi. Non meriti di essere madre.
Non ho potuto che rispondere: avete ragione.”
Quante cose ci sono in Musica da camera singola. Appunti sull’amore e sul farsi una vita! È un libro poetico e musicale questo di Amy Key, scrittrice e poeta inglese, che utilizza le canzoni di Joni Mitchell come sottofondo a riflessioni e ricordi della propria vita di quarantenne senza storie romantiche. Uno dei capitoli si chiama Figli e qui Key ricorda i suoi diciannove anni e il suo aborto, il grande privilegio di essere stata nelle condizioni di poter prendere una decisione simile liberamente, gratuitamente, senza vergogna, con un partner accanto. Ma racconta anche di quanto si è inevitabilmente sole in quel momento, nei cubicoli dell’attesa, sul lettino della sala operatoria mentre gli addetti all’intervento di routine ascoltano gli Oasis; del come si è sole con il proprio corpo anche al ritorno a casa e di come lo si resta, in qualche modo, anche dopo.
Nella nebbia del páramo colombiano di Sumapaz si levano una serie di voci di donne (Donne nella nebbia di Laura Acero). Sono quelle delle contadine che si incontrano ogni settimana per gli appuntamenti del laboratorio di scrittura tenuto da una donna che viene dalla città. Sono voci che parlano di piccole cose del quotidiano intervallate dal ricordo dei figli sacrificati a una guerra civile. È la voce di una donna di Bogotà che ha lasciato figlio e marito in città per insegnare alle altre donne dopo un lungo viaggio, che le fa desiderare una vita nuova ma anche sempre la stessa. Sono voci che lavorano sulla memoria, sugli oggetti, sui dolori, che attraverso i racconti acquistano facce, corpi, idee, sentimenti e che diventano figli, figlie, madri e sorelle.
Nel graphic novel La sostituta Sophie Adriansen e Mathou raccontano quanto è difficile trasformare se stesse attorno a un corpo che si trasforma e a una vita che inizia, la paura di non essere più quella che si era prima ma neanche, ancora, quella che si dovrebbe diventare, il dubbio che l’istinto materno non esista, la responsabilità che sovrasta l’incapacità, la convinzione che una sostituta farebbe senz’altro di meglio.
Finché, a poco a poco, la protagonista Marketa si accorge che tante persone – una commessa, la postina, una vicina, il padre della bambina, la famiglia – la riconoscono come madre (ben 12 medaglie di cioccolato!), cosa che lei ancora, a volte, non sa cosa significhi.
Infine, una lettura che seguo da mesi, che mi sta particolarmente a cuore perché riguarda in qualche modo sia il tema di questa puntata – o meglio la genitorialità – sia il tema che ho approfondito durante tutto l’anno per il mio progetto relativo alla violenza di genere: da dove viene la violenza maschile? È una questione di indole o culturale? E come influisce su questo l’educazione dei maschi?
Su queste e molte altre domande complesse e importanti riflette Francesca Cavallo - scrittrice queer, femminista, lesbica e attivista per la parità di genere e i diritti LGBTQIA+ , già autrice di Storie della buonanotte per bambine ribelli - nella sua newsletter Maschi del futuro e, da ultimo, nel libro Storie spaziali per maschi del futuro, 12 fiabe illustrate ambientate in 12 pianeti immaginari.
Gli ospiti del mese
Rachel Cusk, edita da Einaudi e Mondadori
Jazmina Barrera, edita da La nuova frontiera
Alejandro Zambra, edito da Sellerio e SUR
Antonella Lattanzi, edita da Einaudi, Mondadori, HarperCollins
Amy Key, edita da Rizzoli
Laura Acero, edita da Ventanas
Sophie Adriansen e Mathou, edite da Becco giallo
Francesca Cavallo, il cui ultimo libro è acquistabile solo online
L’ospite inattesa
L’ospite di oggi è Cristina Portolano - fumettista, illustratrice e docente – che tra le tante cose che fa ha da poco creato una fanzine chiamata, parafrasando il bellissimo romanzo di Bernardine Evaristo, Genitore, artista, altro…, un opuscolo di 24 pagine che raccoglie fumetti brevi di artist* e freelance che raccontano e disegnano la propria esperienza di maternità o paternità.
“I primi mesi in cui allattavo mia figlia pensavo a come raccontare l’evoluzione della mia quotidianità come artista. In quel periodo mi sentivo tanto sola e mi chiedevo se fossi l’unica madre artista che in quel momento era ferma, se tutti gli altri artisti, anche i papà, si fermano quando diventano genitori o riescono a continuare a fare la loro vita?
Partendo da queste riflessioni, anziché creare un memoir della mia gravidanza, del mio parto e della mia neomaternità, ho deciso di fare un lavoro collettivo a più voci chiedendo ad alcuni amici come era stata per loro l’esperienza della genitorialità e come questa si incastrava con l’essere un artista.
Quando mia figlia ha iniziato ad andare al nido, sono riuscita a strutturare meglio il progetto, fornendo direttive e specifiche tecniche agli artisti che volevo coinvolgere e chiedendo loro, con i loro tempi da genitori, di ricevere i vari contributi. Ho poi realizzato scritto e disegnato la mia storia e la copertina, ho ideato, impaginato e prodotto e il progetto è andato alle stampe: totalmente autoprodotto”.
Gli artisti coinvolti nel progetto sono Paola Rosi, Paolo Castaldi, Angelica Regni, Chiara Di Vivona, Anna Cercignano, Cecilia Campironi, Raffaele Riccioli, Diego Miedo.
Nelle puntate precedenti abbiamo parlato e disegnato di Cile, Lisbona, Cuba, Brasile, Palestina e Israele, Istanbul, Messico, Tōkyō, Canada, Esilio/Desexilio e Parigi.
Nella prossima puntata parleremo e disegneremo di New York.
Se hai suggerimenti di luoghi, libri e autori in cui Italia | Mondo potrebbe fare tappa, o se vuoi illustrare la prossima mappa puoi scrivermi a fra.ceci@hotmail.it
Mi chiamo Francesca Ceci e sono autrice e sceneggiatrice di graphic novel e libri illustrati - Badù e il nemico del sole, Possiamo essere tutto, 51 cose da fare per essere felici - e collaboratrice, oggi o in passato, di riviste letterarie tra cui Altri Animali, Flanerì, I libri degli altri e Singola.
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