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Questa è Italia | Mondo, la newsletter che viaggia per il mondo attraverso le voci di scrittori e scrittrici che lo hanno raccontato e dei personaggi che lo hanno abitato.
Prima di iniziare:
È appena arrivata su Substack una nuova newsletter: si chiama Dietro le quinte, parla di bellezza, moda, cultura e valorizzazione personale e la scrive
Meucci, ideatrice del logo di questa NL e autrice delle mappe di Parigi e del CileÈ in arrivo l’inchiesta sulla violenza di genere scritta da me e disegnata da Claudia Petrazzi: si intitola “La vita della altre” e sarà pubblicata a marzo su La Revue.
Case stregate
“I luoghi non sono mai solo luoghi in un esercizio di scrittura. Se lo sono, l’autore ha fallito. L’ambientazione non è inerte. È attivata dal punto di vista.”
(Carmen Maria Machado, Nella casa dei tuoi sogni)

La casa più spaventosa e irresistibile che ho conosciuto negli ultimi anni sta alla fine della Blackwood Road , con un masso nero all’inizio del sentiero e un cancello che chiude fuori dalla proprietà l’odio di un intero paese (Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson). Ci abitano le sorelle Constance e Mary Katherine – Merricat, oltre allo zio Julian, quel che resta della famiglia Blackwood dopo che padre, madre, zia e fratello sono morti a fine cena qualche mese prima. Merricat ha 18 anni e le sarebbe piaciuto essere un lupo mannaro. Detesta lavarsi, i cani e i rumori. Le piace sotterrare le cose. Constance non esce mai di casa. Cucina. Cura l’orto. Fa torte e conserve. Assiste lo zio. Vuole bene alla sorella minore.
La casa dei Blackwood è un mondo chiuso in cui non entra nessuno perché nessuno si fida di loro. La storia della famiglia morta fa paura e la paura fa recitare filastrocche macabre e infinite, l’odio fa scoppiare le finestre e incendiare le tende, le risate inquietanti degli estranei spingono le sorelle a chiudersi ancora di più dentro loro stesse e dentro quel che resta della loro vecchia bella casa sempre più a pezzi. E a restare comunque felici.
Uno dei racconti di Mariana Enriquez che maggiormente mi aveva turbato fu La casa di Adela, che fa parte della raccolta Le cose che abbiamo perso nel fuoco. Forse perché somiglia tanto a un pomeriggio di pioggia di fine estate di tanti anni fa.
Nel racconto Clara e Pablo, fratello e sorella, insieme alla loro vicina Adela, una sera trovano il coraggio di entrare nella casa abbandonata del quartiere. C’è un cancello arrugginito color sangue rappreso, un prato giallo e senza fili d’erba, finestre completamente murate. E dentro una luce senza lampadine, barattoli di unghie e di denti, stanze infinite senza muri e senza porte, un rubinetto che gocciola forse perché qualcuno ha bisogno di acqua. È in una di queste stanze inesistenti che Adela apre una porta, saluta e la richiude. E che non viene ritrovata mai più perché quella porta e quella stanza non sono mai esistite.
Cosa rimane a quei due fratelli di un’esperienza spaventosa e più grande di loro, di un’avventura senza fine?
L’anno in cui entrai anch’io in una casa abbandonata con un piccolo gruppo di amici - molto simile a quella narrata, con erba secca, barattoli di formaldeide, libri di medicina e pagine strappate nella vasca da bagno – ognuno di noi si portò via qualcosa. Io presi un quadretto senza vetro e senza cornice con il disegno di una casa, per avere la prova che quella casa era esistita davvero.
Per lo stesso motivo, anni dopo lo buttai, per dimenticare che quella casa era esistita davvero.
Il tarlo di Layla Martinez inizia così: “Quando ho varcato la soglia, la casa mi è saltata addosso.”
Ci sono due voci che si alternano nel romanzo: una nonna e una nipote che vivono insieme in una casa, protagonista stessa del libro e di una famiglia di cui non rimane molto altro. Sono donne che parlano, che ricordano e raccontano ed è una casa che sopravvive ai suoi morti, che li custodisce e li nasconde e ogni tanto li fa rivivere.
Un paio di anni fa ho intervistato Layla Martinez per Altri Animali e abbiamo parlato di tutto il resto che il suo romanzo e quella casa contengono, perché ogni storia – e ogni casa – è molto più di quel che appare, possiede più livelli da scoprire e da attraversare. Ed ecco che in questo caso le storie di violenze e ingiustizie che hanno toccato la famiglia dell’autrice e quindi quella di finzione, emergono - tra la voce di un fantasma e l’ombra di una santa - il tema della violenza di classe e di genere, del maschilismo, del patriarcato, delle tradizioni popolari.
Carmen Maria Machado – che tra le altre cose ha tenuto un corso accademico sulle case infestate nella letteratura alla Pennsylvania University – ha scritto un memoir che è una casa stregata chiamandolo Nella casa dei tuoi sogni, in cui racconta una storia d’amore passata scardinando lo stereotipo delle relazioni tra donne e denunciando la violenza e l’abuso psicologico subiti. È un libro difficile da descrivere, ogni capitolo è un esercizio di stile e il susseguirsi di stili crea un quadro autobiografico completo e complesso che ci fa conoscere paure, solitudini e riflessioni dell’autrice.
La casa dei suoi sogni diventa di volta in volta una casa stregata, un luogo intriso di tragedia, pieno di passato da temere dove alla fine l’unico fantasma della casa è soltanto se stessa.
“La casa dei tuoi sogni non è mai stata solo la casa dei tuoi sogni. È stata, a turno, un monastero di promesse (orto di erbe aromatiche, vino, scrivere al tavolo una di fronte all’altra), un covo di dissolutezza (scopare con le finestre aperte, svegliarsi con la bocca sulla bocca dell’altra, il mormorio basso e insistente delle fantasie), una casa infestata (non è possibile che niente di tutto questo sia succedendo davvero), una prigione (devo andarmene, devo andarmene), e, infine, un sotterraneo della memoria”.
Gli ospiti del mese
Shirley Jackson, edita da Adelphi
Mariana Enriquez, edita da Feltrinelli
Layla Martinez, edita da La Nuova Frontiera
Carmen Maria Machado, edita da Codice edizioni
Nelle puntate precedenti abbiamo parlato e disegnato di Cile, Lisbona, Cuba, Brasile, Palestina e Israele, Istanbul, Messico, Tōkyō, Canada, Esilio/Desexilio, Parigi, Madri e New York.
Nella prossima puntata parleremo e disegneremo di Barcellona.
Se hai suggerimenti di luoghi, libri e autori in cui Italia | Mondo potrebbe fare tappa, o se vuoi illustrare la prossima mappa puoi scrivermi a fra.ceci@hotmail.it
Mi chiamo Francesca Ceci e sono autrice e sceneggiatrice di graphic novel e libri illustrati - Badù e il nemico del sole, Possiamo essere tutto, 51 cose da fare per essere felici - e collaboratrice, oggi o in passato, di riviste letterarie tra cui Altri Animali, Flanerì, I libri degli altri e Singola.
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Ti hanno girato questa mail e vuoi leggere le prossime tappe di questo viaggio?
ho preso un sacco di appunti, bellissimo numero!
Grazie per avermi ricordato quel meraviglioso e terribile viaggio che è Abbiamo sempre vissuto nel castello!
Appena ho letto il titolo di questo post ho subito sperato che si parlasse anche di lui!