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Questa è Italia | Mondo, la newsletter che viaggia per il mondo attraverso le voci di scrittori e scrittrici che lo hanno raccontato e dei personaggi che lo hanno abitato.
Prima di iniziare:
✏️ WorkInProgress - Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Proprio su questo tema stiamo lavorando con Claudia Petrazzi per un’inchiesta di graphic journalism che uscirà nel 2025 su La Revue Dessinée Italia.
Ecco l'anteprima di una tavola di prova con una citazione di Cristina Torre Càceres, artista e attivista peruviana, le cui parole sono diventate simbolo della lotta alla violenza:
Parigi
“(…) bisogna voler bene.”
(Romain Gary – o Émile Ajar -, La vita davanti a sé)
Qualche anno fa mi sono ritrovata, per un giorno intero, completamente e inaspettatamente sola, a Parigi.
Quando si ha un regalo così per le mani non lo si può certo sprecare. Ho iniziato a pensare a dove andare e la scelta è caduta su Belleville, nel XX arrondissement, ed è lì che senza saperlo ha avuto inizio questa puntata.
Per le vie multietniche del quartiere che non è più quello dei libri, ho sbirciato in vari androni chiedendomi dove fosse il sesto piano senza ascensore in cui vivevano Madame Rosa, una vecchia grassa ex prostituta sopravvissuta ad Auschwitz e i suoi bambini, o meglio i bambini delle sue colleghe più giovani che affidavano a lei i propri figli per andare a lavorare o in prigione. Tra cui Momò, il protagonista di La vita davanti a sé, bambino pieno di domande e di riflessioni profonde e ingenue che ci fa vedere con i suoi occhi una realtà tremenda eppure piena di candore.
Ed è grazie a lui che camminando per Belleville, anche se a distanza di decenni, si ha la sensazione che dietro l’angolo potrebbe esserci Hamil, il venditore ambulante di tappeti o che si potrebbe incappare in Madame Lola, prostituta ed ex pugile senegalese, o ritrovarsi circondati da Banania, Michel, Moïse, gli amici di Momò che insieme creano mille mondi in un solo quartiere.
Avevo sempre immaginato che anche Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano fosse ambientato a Belleville, finché non mi sono ritrovata lì a cercarne le strade. Per trovarle ho attraversato il giardino della Butte-Bergeyre con la sua piccola vigna cittadina clos de Chaufourniers e la Gare de l’est fino ad arrivare alla stazione Poissonnière da dove si dipanano Rue Bleue e Rue de Paradis. È in queste strade che Momo, compiuti 11 anni e rotto il suo porcellino di ceramica, se ne va a puttane dichiarando di avere 16 anni e portando come regalo alle ragazze la sua cosa più preziosa: un orsetto di peluche. Ed è sempre qui che Momo conosce Monsieur Ibrahim, l’unico arabo di un via ebrea, che immagina venire da una mezzaluna d’oro e con il quale fa amicizia tra furtarelli, conversazioni lente fatte di una frase al giorno e teorie sulla felicità. È straordinario vedere come nasce un’amicizia inaspettata e improbabile tra un uomo e un bambino, come si trasforma e quanto può portare lontano: da una bottega di quartiere e da una casa vuota al centro di Parigi, alla strada per Istanbul e ai tekké turchi con i loro dervisci rotanti e i loro the, a una nuova idea di famiglia.
Ma la bambina con cui più di tutti mi sarebbe piaciuto camminare per Parigi è Zazie.
Zazie, futura maestra o astronauta, arriva in città dalla provincia negli anni ’50, affidata dalla mamma allo zio per due giorni. A lei interessa solo una cosa: farsi scarrozzare in metrò. Ma proprio in quei giorni c’è lo sciopero degli addetti alle pinze perforanti. Niente scarrozzamenti per Zazie, solo avventure e disavventure, improperi e vitalità, giri in bus e in tassì.
È sempre dagli imprevisti che nascono le giornate e gli incontri migliori e con Zazie avremmo conosciuto zii dalle cosce professionalmente depilate e il tutù notturno, calzolai immalinconiti, pappagalli mondani e brontoloni, vedove pronte a innamorarsi, poliziotti di ogni specie, tassisti che spulciano annunci amorosi. Avremmo girovagato per mercatini delle pulci alla ricerca di blucínz, cercato di raggiungere la Sainte-Chapelle, entrati e usciti da bar e ristoranti e bistrot di tutti i tipi. Avremmo bevuto granatina e beaujolais e qualche fernet. Non avremmo dormito mai.
Senza prendere il metrò neanche una mezza volta.
Gli ospiti del mese
Eric-Emmanuel Schmitt, edito da e/o
Romain Gary, edito da Neri Pozza, anche in versione illustrata
Raymond Queneau, edito da Einaudi e da Rizzoli Lizard in versione graphic novel
L’ospite inatteso
L’ospite di oggi è Andrea M. Alesci, scrittore ed esperto di narrazioni per l’infanzia e l’adolescenza. Nel 2019 ha pubblicato il libro di filastrocche Il giro d’Italia in 80 isole per Einaudi Ragazzi (illustrazioni di Elena Maricone) e a maggio 2024 per Sabìr editore è uscito L’arcipelago delle isoleombra, un ibrido tra rime e prosa illustrato da Marianna Balducci. Gira per scuole e biblioteche giocando coi libri, facendo formazione e leggendo ad alta voce per bambine e bambini. Tiene su Substack la newsletter settimanale Linguetta, che parla di lingua e di come questa struttura i nostri comportamenti.
Ecco il suo testo:
Ci sono posti che solo a dirli, anzi solo a immaginarli e a farsi girare in testa il loro nome, ecco quei posti lì, cominciano a suonare e non smettono più.
Entusiasti trisillabi, nati bisillabi: Parigi, Paris.
Marcia e danza, passeggia e guizza, ti saluta e poi fa la giravolta: è tanti paesaggi in uno Parigi, fatta di tetti, di parchi, di gatti, di passages, bouquinistes e bistrot.
Parigi possiede la metrica dell’entusiasmo, è una città che a pronunciarla fa luce, capriola di domande a ogni incrocio, da attraversare come una foglia d’autunno.
Suona, Parigi, dei suoni colorati che entrano nelle orecchie d’un signore qualunque, cappello calcato sulla testa e bicicletta sotto al sedere: Parigi gli scorre intorno, brillando di imprevisti e di movimenti surrealisti, che rimano con un’altissima torre di ferro.
Parigi sembra nata per essere scenografia e palcoscenico, da percorrere per vedere che cosa ti succede:
| Mi piace camminare per Parigi. A volte, per interi pomeriggi, senza meta precisa, né proprio a
| casaccio, né all’avventura, ma cercando di lasciarmi portare.
Parigi è un gioco di parole, descritto da chi si affatica, vanamente, nel tentativo di esaurimento di un suo preciso luogo.
Parigi è larghi viali, sommatoria di scalini, musei per perdersi, un cuore liquido, e piedistalli dove anche un leone, appena arrivato dalla savana, può trovare un istante di felicità.
E di Parigi, che ti passa davanti prima del tramonto, ti chiedi come suonerà, la notte: sarà musica di violoncello o canto silente di un croissant appeso nel cielo?
Chissà, io non lo so. Non ci sono mai stato a Parigi. O forse, sì.
Comunque, ci abbiamo passeggiato, insieme a queste storie:
· Conosci Parigi? Tutto quello che devi assolutamente sapere di Raymond Queneau
· Play Time - Tempo di divertimento di Jacques Tati (1967)
· Il pappagallo di Monsieur Hulot di David Merveille
· Specie di spazi e Tentativo di esaurimento di un luogo parigino di Georges Perec
· Un leone a Parigi di Beatrice Alemagna
· Before Sunset - Prima del tramonto di Richard Linklater (2004)
· Sophie sui tetti di Parigi di Katherine Rundell
Nelle puntate precedenti abbiamo parlato e disegnato di Cile, Lisbona, Cuba, Brasile, Palestina e Israele, Istanbul, Messico, Tōkyō, Canada e Esilio/Desexilio.
Nella prossima puntata parleremo e disegneremo di Madri.
Se hai suggerimenti di luoghi, libri e autori in cui Italia | Mondo potrebbe fare tappa, o se vuoi illustrare la prossima mappa puoi scrivermi a fra.ceci@hotmail.it
Mi chiamo Francesca Ceci e sono autrice e sceneggiatrice di graphic novel e libri illustrati - Badù e il nemico del sole, Possiamo essere tutto, 51 cose da fare per essere felici - e collaboratrice, oggi o in passato, di riviste letterarie tra cui Altri Animali, Flanerì, I libri degli altri e Singola.
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Ti hanno girato questa mail e vuoi leggere le prossime tappe di questo viaggio?
Ma dai! Che bella coincidenza! Fammi poi sapere che passeggiata farai!
Andrò a Parigi per la prima volta a metà gennaio, per il mio compleanno... la tua newsletter capita proprio a fagiolo!! Mi segno soprattutto il libro di Raymond Queneau! Un abbraccio <3